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venerdì 6 settembre 2013

17º, 18º, 19º giorno: colonia francese, città dell'amore, Dalat



Arrivo, sempre insieme alla ragazza olandese con cui sto viaggiando ultimamente, la sera e il tassista ci porta ad un hotel molto economico e carino. Alla ricerca di un ristorante, non ne troviamo. Finalmente, un luogo dove sembra potremo avere una zuppa...si, decisamente: quattro o cinque pentoloni con diverse varietà di zuppe fanno bella mostra di sé all'entrata. Entriamo. Solo Vietnamiti qui.
Il gestore ci si avvicina e ci dice "sweet, no soup" e lo continua a ripetere. Sweet?? Ma va, controlliamo di nuovo i pentoloni: è evidente che non sa l'inglese: lì dentro ci sono proprio fagioli, ceci etc. È una zuppa. Ordiniamo. E nella mini ciotola, la signora ci aggiunge una cremina sopra...bo, sarà una salsa. E invece no, sapeva il fatto suo il gestore: si tratta veramente di una zuppa dolce, con arachidi, cocco e fagioli...il tutto sormontato da questa crema dolcissima.

Di certo non incontra il gusto occidentale e la nostra voglia di zuppa salata, ma non è così male alla fine (almeno per me. L'olandese dopo il primo assaggio lascia lì tutto).

Scoprirò domani che si tratta questo di una specie di dessert che i vietnamiti mangiano "just for fun". In ogni caso, dopo ciò troviamo un ristorante "normale" dove posso mangiarmi un classico riso fritto con pesce essiccato.




La sera, mi sento vietnamita e imposto la sveglia per le 5.30 della mattina dopo. Ovviamente, non mi alzo subito....però alle 6.30 sono in centro...e sembra essere l'ora di punta. Incredibile quante persone ci sono al mercato centrale, si fa fatica a passare. Mi dirigo verso il lago: se sapessi fare yoga sarebbe il momento ideale. Tutto è così pacifico, sarà che mi sto abituando a "contemplare l'acqua" per rilassarmi?
Un paio d'ore dopo mi trovo con l'olandese per colazione e ci dirigiamo poi alla ricerca di un'agenzia per organizzare tour nei dintorni qui. Ed incappiamo in un negozio di artigianato stupendo, che mi rapirà ancora un paio di volte in questi due giorni; vorrei comprare tutto, è tutto così bello, colorato, borse, sciarpe, scarpe, copriletto, vestiti, ....tutto rigorosamente ricamato o tessuto a mano e tutto veramente splendido!


In effetti, questa cittadina (250000 abitanti) si trova nel cuore di montagne con valli tropicali in cui scorrono ruscelli tumultuosi, che danno vita a spettacolari cascate.


Dalat è anche il "resort montano", dove sfuggire alla calura della costa: qui infatti la temperatura non sale sopra i 25-28 gradi e non scende sotto i 10, posto ideale quindi per coltivare fiori quali rose e crisantemi, le cui serre, illuminate anche di notte, accolgono i visitatori in arrivo.






Per la sua bellezza naturale, per la fioritura perenne e per altri motivi questa città è stata eletta città dell'amore e migliaia di giovani coppie vengono qui ogni anno a celebrare le nozze o in luna di miele.















Le nozze: sono molto curiosa di capire come funzioni un matrimonio tra buddisti. In giro per la città c'è pieno di studi fotografici per i matrimoni e di negozi con abiti da sposa bianchi, come i nostri (solo, a mio dire, un tantino pacchiani, con paiette e strass). È mai possibile che siano così uguali ai matrimoni occidentali??? Il giorno seguente lo chiedo alla guida: no, non lo sono.
Il matrimonio funziona così: prima di tutto, le famiglie si conoscono (si va prima dalla famiglia della sposa, poi dallo sposo; per i popoli matriarcali come i Lat l'ordine è l'inverso, ma il concetto lo stesso).
Poi, ai nostri giorni, circa un mese prima gli sposi noleggiano i vestiti "da matrimonio" e si fanno fotografare in luoghi romantici (e qui, sta al gusto delle persone.........ad Hanoi ho visto una coppia farsi fotografare davanti alle vetrine di Louis Vuitton......). Infine, il "matrimonio" consiste in un grande pranzo e festa con parenti e amici (invitati personalmente uno ad uno o tramite inviti scritti). E qui avviene lo scambio degli anelli, che, come da noi, vanno sull'anulare. Ma l'uomo lo indossa a sinistra, la donna a destra. Nel popolo Lat tradizionalmente funziona un po' diversamente: la donna sceglie il marito e compra il fidanzamento con un bufalo d'acqua alla famiglia del marito. Il matrimonio ne costa invece circa 10! Poi, se non c'è matrimonio, la famiglia della donna deve donare un maiale alla famiglia dell'uomo per scusarsi. E l'uomo perde valore (ma questo non sono sicura di averlo capito molto bene...). Comunque, una volta avvenuto il matrimonio, nel popolo Lat, l'uomo va a vivere a casa della donna ed è lui che attende ai bambini in famiglia, bambini che assumono il cognome materno. Insomma, i ruoli sono capovolti.

Torniamo a noi: canyoning: non avevo mai provato prima ed è davvero divertente!















Scendiamo per cascate anche piuttosto alte (25m) e fa abbastanza paura!



Anche perché improvvisamente inizia un tipico diluvio tropicale, con tanto di lampi e tuoni...nel bel mezzo di una foresta tropicale: sembra davvero di esser stati calati in un film.
Ma, nonostante l'acqua, si continua l'attività (d'altronde, fradicia lo ero già per il ruscello...). Per fortuna le guide sono esperte e preparate e infondono tranquillità, anche quando ti dicono di buttarti nel fiume da 10m sotto il temporale...no, questo non l'ho fatto.


Ok tranquilla, ma questo no! O come quando ci fanno calare in un canyon di massimo un metro e mezzo di larghezza, in cui si concentra tutto il flusso del fiume...stavolta è proprio la volta buona che finisco spiaccicata contro la roccia. E invece no. Ancora una volta, aveva ragione la simpaticissima guida vietnamita: l'acqua mi porta giù senza conseguenze! Un'esperienza molto bella, contornata da uno spettacolare foresta tropicale (mangrovie, bambù) sotto la pioggia incessante (piove tutti i pomeriggi qui, ci spiegano).



Al ritorno, dopo una doccia tiepida (è finita l'acqua calda...) per recuperare calore, si visita la città nelle ultime due ore di luce (viene buio già alle 6!!!).
Da ricordare, la crazy house: una casa in stile vagamente Gaudì, disegnata da un'eccentrica architetto donna, vietnamita.
La costruzione in cemento richiama le radici delle mangrovie e i tronchi di bambù e si integra perfettamente con le piante vere che vi si arrampicano.




Il giorno seguente un tour molto più tranquillo, nei villaggi vicini. Ma molto più istruttivo.



Ci guida infatti un Vietnamita che parla bene inglese e che risponde a tutte le mie domande, su cultura, religione, politica, istruzione, matrimoni...ogni mio dubbio glielo pongo e lui mi risponde! Davvero interessante.








Il tutto mentre guida la moto su strade dissestate, fermandosi per mostrarci le piantagioni di caffè e spiegarci come si ottiene il prodotto finito (compreso il famoso e molto costoso caffè ottenuto dai tassi: tenuti in gabbie, vengono nutriti con bacche di caffè, che vengono poi recuperate dagli escrementi...sembra che gli enzimi gastrici rendano il caffè davvero speciale...non so, non lo provo!
Ci mostra poi una fabbrica di seta, dal baco al prodotto finito.
Ci mostra cioè i bachi sulle foglie di gelso e poi i batuffoli di seta che questi animali formano.





























Infine ci mostra tutto il processo di lavorazione della seta, dal recupero dei fili di seta, "srotolando" i bozzoli, alla tessitura della stoffa, su un telaio in cui si possono scegliere i motivi di ricamo che la stoffa assumerà alla fine.
E finalmente l'ultimo stadio: il ricamo (rigorosamente a mano) della stoffa ottenuta.












Ci dirigiamo poi verso un villaggio Lat, dove incontriamo una famiglia, con i bambini che giocano sotto l'albero, mentre il padre -che porta legato in braccio il figlio più piccolo- accarezza l'animaletto di casa: una scimmia.




E poi ancora le cascate dell'elefante,





















il Budda sorridente (con tanto di spiegazioni approfondite e interessantissime sulla religione, l'agopuntura, la medicina tradizionale, ...) e per finire...ci porta in un allevamento e ci fa assaggiare il piatto tipico: cavallette fritte!




Una mattinata intensa e davvero interessante...bello.
All'una si riparte poi per tornare sulla costa: destinazione Mui Nè.



1 commento:

  1. portami un regaloooooooooooooooooo...scusa hai elencato borse sciarpe e tutto colorato....dai tanto sai che sono l unica che poi le indosserebbe per davvero :-)

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