Solitamente per visitarlo bisogna prendere un tour da Saigon (generalmente associato ai Cu Chi tunnels).
E non credo ne valga la pena: è un bel tempio, famoso perché riunisce tre religioni in un solo culto (buddismo, cristianesimo e taoismo), ma niente di così speciale da valere una visita specifica. Comunque, un tempio carino, tutto sull'azzurro, in cui una stessa statua rappresenta insieme Cristo, Budda e altre divinità.
Poi si prosegue; arrivati a My Tho, prendiamo una barca che ci porta finalmente sul Mekong, questo lunghissimo fiume che attraversa diversi stati (Cina, Laos, Thailand, Cambogia) e finisce in Vietnam con un larghissimo delta.
Sull'acqua, case galleggianti, mercati, pescherie, immancabili fiori di loto, palafitte e imbarcazioni di tutte le dimensioni (compresi cargo per traghettare motorini, animali e quant'altro da una sponda all'altra).
La barca ci porta nei villaggi a visitare case dove le famiglie fanno caramelle al cocco, riso soffiato, miele, rice-paper (per fare spring rolls), liquori di serpente...assaggiamo tutto!
Ci viene servito un pranzo, accompagnato da uno spettacolo di musica e danza tradizionali (neanche lontanamente bello come quello in Hoi An) e si prosegue poi (in barca e in bus) verso Ben Tre per passare la notte.
Ho scelto l'opzione homestay, cioè dormire a casa di una famiglia del villaggio invece che in hotel.
Ci vengono a prelevare due ragazzini di 11 e 13 anni e, con fare autorevole, ci scortano fino alla casa dove dormiremo.
È così buffo che i ragazzini parlino inglese, anche piuttosto bene, e facciano gli onori di casa, mentre genitori e nonni non sappiano una sola parola.
E così, questi ragazzini ci guidano e ci spiegano e traducono tutto.
E, dopo un'ottima cena cucinata per noi dalla madre dei bimbi, ci intrattengono con giochi di magia.
Dopo qualche ora di riposo (ci svegliano alle 5.30!) su un letto di bambù, all'interno della zanzariera, ci scortano nuovamente tra alberi da frutto e case del villaggio,
fino ad arrivare a prendere la barca che ci porta a vedere il famoso mercato galleggiante: barche sul fiume che vendono le merci più svariate.
Me lo aspettavo più affollato e più colorato. Invece è piuttosto calmo, pazienza.
In ogni caso è uno spettacolo molto caratteristico: prodotti di tutti i generi (principalmente frutta e verdura)
trasportati su queste barche che sprofondano nell'acqua del fiume sotto il peso di angurie, meloni, ananas, patate...
Visitiamo poi anche un mercato di terra, come quelli presenti in tutte le città, ricolmo di prodotti di fiume, ma anche di rane e serpenti.
Il secondo giorno finisce poi con la visita di altre fattorie dove vengono fatti i noodles di riso e con un viaggio in bus che ci porta al confine con la Cambogia: Chau Doc. Prima di arrivare, però, facciamo una sosta sul monte Sam, dove si trova un monastero buddista molto carino.
Ci sistemiamo in hotel e passiamo la notte in questa cittadina.
Terzo e ultimo giorno: visitiamo un allevamento di pesci: si tratta di case galleggianti, ancorate, con gabbie di 6m di altezza direttamente al di sotto della casa, dove vengono allevati migliaia di pesci, nutriti con cibo cucinato in loco in enormi forni (riso, pesce, erbe).
Infine, una breve visita ad un villaggio Champa: una comunità musulmana, che ci mostra come tessono il cotone con il telaio, ottenendo colorate sciarpe.
E poi, si ritorna sulla barchetta che ci porta lentamente al confine con la Cambogia,
attraversando altre centinaia di case, galleggianti o su palafitte sulle sponde, con bufali d'acqua, anatre tinte di fucsia per essere riconoscibili, uomini che si lavano nel fiume, donne che cucinano, che lavano le stoviglie e i panni nel fiume, ... Scene di vita quotidiana, che per noi rappresentano immagini di una vita totalmente diversa e che probabilmente non dimenticheremo mai. In effetti, queste ultime ore di barca verso il confine rappresentano per me il momento migliore di questi tre giorni.
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